I Venavi sono il corrispettivo "povero", in termini di inventiva e di raffinatezza, degli Ibeji degli Yoruba. Infatti, come nel caso delle succitate sculture di gemelli della più nota polazione nigeriana, anche i venavi degli Ewe (Togo e Ghana) e dei Fon (Togo e Benin) rappresentano coppie di gemelli deceduti o singoli a significare un gemello superstite (rare ma non impossibili da trovare le "triplette" o addirittura i gruppi di quattro, vista la propensione genetica che esiste in queste popolazioni per i parti multipli).
Fino ad oggi i Venavi, per la loro relativa rozzezza di esecuzione e per la loro presenza comune, non sono stati particolarmente considerati nel panorama del collezionismo di arti africane, ma si poteva certo dire lo stesso fino a pochi decenni fa anche per gli oggi apprezzati e ricercati Ibeji. Alcune recenti pubblicazioni e la impossibilità di reperire ancora odiernamente in situ pezzi antichi e autentici di maggior pregio hanno infatti fatto salire l'attenzione dei collezionisti per questo genere di oggetti e mentre alcuni affermano che, a causa delle loro intrinseche "debolezze" estetiche, non potranno mai assurgere a livelli troppo alti, altri commentatori scommettono che nel giro di qualche anno i migliori esemplari diventeranno ambiti come gli Ibeji di pari qualità...
La recentissima pubblicazione del tedesco Henricus Simonis in particolare ne evidenzia le tipologie più importanti e significative e fa capire come, anche in questi oggetti finora disprezzati dagli appassionati, si possa parlare di qualità. Come si è detto sono diverse le popolazioni che lungo la costa del Golfo di Guinea utilizzano questo tipo di oggetti e negli effetti quelli che noi collezionisti chiamiamo tutti "Venavi" prendono il nome di Hohovi tra i Fon, Venavi o Venovi tra gli Ewe al centro della regione in questione e Ewewo tra gli Ewe dell'ovest, al confine tra Togo e Ghana e nel Ghana stesso; nella zona a Est, a confine con la Nigeria, sono evidenti le influenze Yoruba (di solito i piedi delle statuette sono uniti da una base, come per la maggior parte degli Ibeji), mentre nella zona a Ovest sono invece manifeste le influenze dei ghanesi Akan (i piedi sono staccati e spesso calzano degli "scarponcini" dipinti di nero o di rosso).
Questa coppia femminile Ewe (dal Togo al confine con il Ghana) è abbastanza tipica di una delle tipologie più frequenti ma presenta una buona patina, una ottima integrità (uno dei più importanti criteri per giudicare queste statuette, intagliate in un legno leggero e poco duraturo, è infatti proprio la mancanza di rotture o deficit troppo evidenti), e sono complessivamente due oggetti di discreta qualità. Sono stati acquistati da un collezionista e venditore francese, Sylvain Pette, che risiede abitualmente molti mesi all'anno in Togo.
Bibliografia essenziale:
1) Ewe twin figures
Enricus Simonis - Verlag W. König, Köln, 2008
2) Twin figures from West-Africa
introd. di Wulf Lohse - catalogo di mostra - Washington, D.C., LM Editions, 1981
3) Isn't she a doll? Play and ritual in African sculpture
Elisabeth Cameron, Doran Ross - UCLA, Los Angeles, 1999
4) African dolls for play and magic
Esther A. Dagan - Galerie Amrad African Arts, Montreal, 1990
Congratulazioni professore! Finalmente ho avuto modo di vedere tutta la sua collezione con calma. Tutti i suoi pezzi sono magnifici e mi ha convinto. Cerchero' sicuramente di aggiungere dei Venavi ai miei Ibeji. Fino ad ora non li consideravo (pura ignoranza) ma lei mi ha piu' che convinto. Un caro saluto dal West Africa. Edmondo Trombetta
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