martedì 28 aprile 2009

Akan "Soul washer's badge"




Questo oggetto, 10 cm. di diametro in bronzo placcato d'oro, appartiene all'ambito delle "arti di corte"; è cioè un pezzo pensato e voluto per una funzione sociale connessa alla gestione del potere in una istituzione riconosciuta di tipo monarchico. Per questo è visibilmente lontano dalla stilizzazione che, in forme diverse, caratterizza spesso le arti tradizionali tribali africane ed è più diretto verso una raffinatezza ed una preziosità di esecuzione che si avvicina di più alla concezione occidentale delle arti ornamentali.
Questo tipo di oggetto, portato in origine solo dai sovrani Akan del Ghana e dai notabili più importanti della corte (i portatori delle spade - simbolo di autorità, i portatori delle staffe "dei linguisti" e i guerrieri più alti in grado), è stato in seguito portato come pendente "porta fortuna" anche dalle ragazze in pubertà durante i riti di iniziazione alla vita adulta. I re Akan, inoltre, li fanno portare anche da una sorta di guardie del corpo, veri e propri doppioni del sovrano scelti tra i nati lo stesso giorno della settimana in cui è nato il re, che presenziano alle più importanti cerimonie stando di fronte al re stesso, costituendo così una specie di scudo simbolico; questi cerimonieri sono detti akrafo ("anime" o "lavatori di anime", in inglese "Soul Washers") e sono i simboli viventi della vitalità e del destino del re: assaggiano i pasti del sovrano prima di lui per assicurarsi che sia sicuro e, quando il re muore, sono obbligati ad accompagnarlo alla tomba.
Frequentemente questi pendenti sono in oro massiccio e il fatto che questo, pure di buona fattura e di buona antichità, sia di bronzo dorato fa propendere per una origine di meno rilevante nobiltà e, probabilmente, appartiene al tipo usato dalle ragazze in via di iniziazione.
Proviene dal collezionista e studioso tedesco Wilfried Glar.
Bibliografia:
1) The arts of Ghana
Herbert M. Cole - Doran H. Ross - UCLA, San Francisco, 1977
2) The Royal Arts of Africa. The majesty of form.
Suzanne Preston Blier - Prentice Hall, NJ (USA), 1998
3) Religion and Art in Ashanti
Robert Sutherland Rattray - London, 1927 (repr. 1959)




martedì 7 aprile 2009

Gurma - bracciali in bronzo


I Gurma, anche detti in area di lingua francese Gourmantche, sono una popolazione imparentata linguisticamente con i più noti Mossi e vivono nella zona nordorientale del Burkina Faso. Tra i pezzi più frequentemente reperiti tra la produzione artistica di questo popolo ci sono certamente i grossi ed elaborati bracciali in bronzo o leghe simili.
Oggetti ornamentali ma anche carichi di un valore di scambio, i bracciali Gurma recano incisi motivi grafici che richiamano le linee utilizzate in occasione dei rituali di divinazione e, quindi, sono dotati anche di valenza simbolico-magica.







Dall'alto verso il basso il primo bracciale evoca la simbologia del serpente (è uno "snake-bracelet") e, in questa tipologia risulta abbastanza raro. Il secondo, anch'esso non comune nel tipo, è invece del genere a doppia fusione, con una lega di bronzo a più e a meno alta percentuale di rame e, pertanto, con una colorazione più tendente al giallo o più rossiccia a seconda delle aree interessate; a detta dell'esperto Wilfried Glar (comunicazione personale), questa non semplice tecnica è rimasta in uso presso pochi artigiani solo fino alla prima metà del 20° secolo. Anche per questo secondo pezzo la simbologia evocata è quella del serpente. I successivi due bracciali vedono tipologie più comuni, pur essendo gli oggetti di qualità più che discreta: il secondo dei due è del tipo "a nodi", segnalato anche dal Blandin nel suo testo, e il primo "brilla" di lucentezza quasi aurea.











Gli ultimi due bracciali presentati sono i più pesanti e voluminosi: il primo viene dai Gurma mentre il secondo (di colorazione più chiara e aperto) è probabilmente di fattura Fulani, una etnia che confina con i Gurma a nord del Burkina.
I cinque bracciali Gurma provengono da Wilfried Glar mentre quello Fulani da Klaus-Jochen Kruger.
Bibliografia:
oltre ai testi già segnalati per gli oggetti in bronzo
1) Afrikanische Reife. Teil 5: Die Gurma
Wilfried Glar - Glar, Bedburg, 2007

lunedì 6 aprile 2009

Senufo (e popolazioni limitrofe) - pendenti in bronzo antropomorfi

Questi piccoli pendenti in bronzo provengono principalmente dai Senufo, nota popolazione che abita la zona tra Costa d'Avorio, Mali e Burkina Faso, ma anche - come è stato solo di recente scoperto - da numerose piccole etnie dell'area sudoccidentale del Burkina Faso (Turka, Guin, Tusyan e Karaboro), alcune imparentate con i Senufo stessi (come i Karaboro) e altre di ceppo voltaico.











Di piccole dimensioni, i cinque esemplari che presento in questa occasione variano da 2,5 cm a poco meno di 6 cm, questi oggetti venivano appesi al collo, al braccio o alla cintura con una cordicella di cuoio passante tra le braccia e il busto della figura rappresentata ed erano portati soprattutto da donne e bambini a scopo protettivo. Le figure raffigurate sono spiriti della brousse, geni della foresta da esorcizzare e/o di cui attattivarsi le simpatie.
I primi due dall'alto, di qualità superba, provengono dalla collezione americana di William Kohler e sono passati in asta da Christie's a New York il 20 novembre 1997.
Il terzo, dalle forme molto "ammorbidite" e rese lisce da lunghi anni di uso, proviene dalla collezione Endicott; anche questo, come tutti i precedenti, è di produzione Senufo ed è stato da me acquistato dalla galleria di Craig De Lora.
I due successivi, molto piccoli e sicuramente destinati a bambini, sono molto antichi, probabilmente del 19°secolo e anche questi vengono dalla galleria De Lora.
Quello successivo invece dovrebbe provenire dall'etnia Tusyan ed è stato acquisito dal collezionista ed esperto tedesco Wilfried Glar.
L'ultimo della serie è, forse, Guin e l'ho avuto dal collezionista ed esperto tedesco Klaus-Jochen Kruger.

Bibliografia:
oltre ai testi sugli oggetti in bronzo già segnalati si aggiunge in questo caso
1) Glanzend wie Gold
Till Forster - Museum fur Wolkerkunde, Berlin, 1987
2) Die Kunst der Senufo
Till Forster - Museum Rietberg, Zurich, 1988
3) Soothsayer bronzes of the Senufo
Eric de Kolb - Gallery d'Hautbarr, New York, 1968