Un pregiudizio abbastanza comune, a riguardo delle arti dell'Africa non mediterranea, è che queste siano prive di manifestazioni estetiche "pittoriche". Questo assunto è smentito non solo dalle testimonianze archeologiche rupestri o dalle immagini che, ad esempio, si trovano presso i Dogon, ma anche e soprattutto dall'uso del colore, anticamente solo in pigmenti naturali e - dopo la colonizzazione bianca - specialmente con l'impiego delle vernici industriali, che molte popolazioni africane aggiungono ai pezzi tradizionali, in modo particolare alle maschere.
Un capitolo a parte sono quelle manifestazioni artistiche collegate con le due grandi religioni monoteiste che hanno avuto nel corse dei secoli diffusione in Africa: da un lato gli amuleti islamici, che spesso entrano anche nella "composizione" dei pezzi tradizionali (basti pensare a certe maschere Sowei della società femminile Bundu o a certi Ibeji Yoruba), con tutto il loro apparato di ornamentazione geometrica e di calligrafia; dall'altro lato il cristianesimo copto di Etiopia, con le croci processionali o pendenti di ferro o bronzo, e i crocifissi dei Kongo, alcuni anche molto antichi.
Proprio nell'ambito delle opere religiose etiopi si può trovare infatti una delle manifestazioni artistiche più pittoriche, nel senso occidentale del termine, di tutte le arti africane: le icone su legno e i rotoli "magici".
In particolare questi ultimi ricoprono, a mio parere, un grande interesse in quanto accoppiano il mondo religioso cristiano alle credenze apotropaiche animiste, tipiche delle culture dell'Africa "nera", e si manifestano quindi come un singolare punto di incontro sincretico che trova un suo analogo forse solo con il vodoo d'oltremare, versione Santeria.
Si tratta di rotoli di pergamena, a volte anche piuttosto lunghi, utilizzati a scopo protettivo contro le malattie o le possessioni demoniache; oltre a preghiere scritte essi contengono figure dipinte a colori vivaci che rappresentano sempre - o quasi - un angelo protettore, normalmente situato in apertura di rotolo, e altre figure tra cui raffigurazioni di demoni e, soprattutto, le figure talismaniche in cui un volto umano è racchiuso da figurazioni a stella o a combinazioni di quadrati, in cui spesso ricorre la simbologia dell'occhio che tutto vede.
Si tratta di rotoli di pergamena, a volte anche piuttosto lunghi, utilizzati a scopo protettivo contro le malattie o le possessioni demoniache; oltre a preghiere scritte essi contengono figure dipinte a colori vivaci che rappresentano sempre - o quasi - un angelo protettore, normalmente situato in apertura di rotolo, e altre figure tra cui raffigurazioni di demoni e, soprattutto, le figure talismaniche in cui un volto umano è racchiuso da figurazioni a stella o a combinazioni di quadrati, in cui spesso ricorre la simbologia dell'occhio che tutto vede.
Queste ultime figure sono, o meglio possono essere, tanto rappresentazioni dei demoni responsabili delle malattie da allontanare neutralizzati dal talismano quanto rappresentazioni dei malati protetti dal talismano stesso o, anche, sono al tempo stesso figure angeliche o divine.
I rotoli, contenuti in tasche o piccole borse di cuoio, erano appesi al collo e utilizzati soprattutto dalle donne.
Questo esemplare che possiedo è lungo 170 cm x 20 di larghezza e, dopo il canonico angelo, vede altre tre figure: due talismaniche e una che raffigura un sovrano.
Bibliografia:
1) Dérulement de l'ange. Rouleaux magiques éthiopien - I
Constantin Kaiteris - L'archange Minotaure - Chemin des Puits (FR), 2005
2) Enchantement du démon. Rouleaux magiques éthiopien - II
Constantin Kaiteris - L'archange Minotaure - Chemin des Puits (FR), 2006
salve, volevo sapere se era possibile contattarla in privato..
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