Questo oggetto, 10 cm. di diametro in bronzo placcato d'oro, appartiene all'ambito delle "arti di corte"; è cioè un pezzo pensato e voluto per una funzione sociale connessa alla gestione del potere in una istituzione riconosciuta di tipo monarchico. Per questo è visibilmente lontano dalla stilizzazione che, in forme diverse, caratterizza spesso le arti tradizionali tribali africane ed è più diretto verso una raffinatezza ed una preziosità di esecuzione che si avvicina di più alla concezione occidentale delle arti ornamentali.
Questo tipo di oggetto, portato in origine solo dai sovrani Akan del Ghana e dai notabili più importanti della corte (i portatori delle spade - simbolo di autorità, i portatori delle staffe "dei linguisti" e i guerrieri più alti in grado), è stato in seguito portato come pendente "porta fortuna" anche dalle ragazze in pubertà durante i riti di iniziazione alla vita adulta. I re Akan, inoltre, li fanno portare anche da una sorta di guardie del corpo, veri e propri doppioni del sovrano scelti tra i nati lo stesso giorno della settimana in cui è nato il re, che presenziano alle più importanti cerimonie stando di fronte al re stesso, costituendo così una specie di scudo simbolico; questi cerimonieri sono detti akrafo ("anime" o "lavatori di anime", in inglese "Soul Washers") e sono i simboli viventi della vitalità e del destino del re: assaggiano i pasti del sovrano prima di lui per assicurarsi che sia sicuro e, quando il re muore, sono obbligati ad accompagnarlo alla tomba.
Frequentemente questi pendenti sono in oro massiccio e il fatto che questo, pure di buona fattura e di buona antichità, sia di bronzo dorato fa propendere per una origine di meno rilevante nobiltà e, probabilmente, appartiene al tipo usato dalle ragazze in via di iniziazione.
Questo tipo di oggetto, portato in origine solo dai sovrani Akan del Ghana e dai notabili più importanti della corte (i portatori delle spade - simbolo di autorità, i portatori delle staffe "dei linguisti" e i guerrieri più alti in grado), è stato in seguito portato come pendente "porta fortuna" anche dalle ragazze in pubertà durante i riti di iniziazione alla vita adulta. I re Akan, inoltre, li fanno portare anche da una sorta di guardie del corpo, veri e propri doppioni del sovrano scelti tra i nati lo stesso giorno della settimana in cui è nato il re, che presenziano alle più importanti cerimonie stando di fronte al re stesso, costituendo così una specie di scudo simbolico; questi cerimonieri sono detti akrafo ("anime" o "lavatori di anime", in inglese "Soul Washers") e sono i simboli viventi della vitalità e del destino del re: assaggiano i pasti del sovrano prima di lui per assicurarsi che sia sicuro e, quando il re muore, sono obbligati ad accompagnarlo alla tomba.
Frequentemente questi pendenti sono in oro massiccio e il fatto che questo, pure di buona fattura e di buona antichità, sia di bronzo dorato fa propendere per una origine di meno rilevante nobiltà e, probabilmente, appartiene al tipo usato dalle ragazze in via di iniziazione.
Proviene dal collezionista e studioso tedesco Wilfried Glar.
Bibliografia:
1) The arts of Ghana
Herbert M. Cole - Doran H. Ross - UCLA, San Francisco, 1977
2) The Royal Arts of Africa. The majesty of form.
Suzanne Preston Blier - Prentice Hall, NJ (USA), 1998
3) Religion and Art in Ashanti
Robert Sutherland Rattray - London, 1927 (repr. 1959)