venerdì 3 luglio 2015

Luba anthopomorphic pendant and a strange story

Questo oggetto racconta una storia un po' strana e bizzarra, che dice molto su quanto tutti i collezionisti siano vincolati, forse troppo, al parere degli esperti…
Lo scorso anno lo feci vedere, insieme ad altri pezzi di diversa natura, ad uno dei maggiori esperti al mondo di arte africana, probabilmente il più reputato tra tutti relativamente all'arte congolese, p. François Neyt, durante una visita presso la sua residenza in Belgio.
Neyt, evidentemente (dico questo da quello che poi seguirà), lo guardò distrattamente e mentre stava rispondendo ad alcune domande su altri oggetti e lo congedò scuotendo la testa…
Io, persuaso che l'oggetto non fosse "buono", lo misi nel reparto "oggetti non autentici" della mia collezione e non ci pensai più. Stavo persino per regalarlo per un compleanno…
Quest'anno Neyt ha ricambiato la visita ed è venuto a Parma per un'intera settimana a vedere i pezzi del museo. In una pausa mi ha fatto l'onore di chiedermi di visitare anche la mia piccola collezione privata, cosa che naturalmente mi ha riempito di gioia. Tanti complimenti per una collezione "ben fatta", ma questa è un'altra storia… La cosa che racconto qui è che, tra alcuni oggetti riposti alla rinfusa (il reparto di cui sopra) Neyt ha notato il piccolo pendente Luba e lo ha lodato.
"Ma è quello che vi ho mostrato lo scorso anno e mi avevate detto che non era autentico!" - ho subito detto.
"Non ho mai detto questo - è stata la sua risposta - "e tra l'altro non mi ricordo di averlo mai visto… questo è un pezzo buono!"
Morale: grande soddisfazione, l'oggetto è tornato nella vetrina dei pezzi di qualità, consapevolezza che quando si chiede qualcosa si deve stare sempre molto attenti alla risposta!





This object tells a story a little bit strange and bizarre, that says a lot about how all collectors are bound, perhaps too heavily, to the opinion of experts ...
Last year I showed it, along with other pieces of different nature, to one of the leading experts in the world of African art, probably the most reputed among all relatively Congolese art, p. François Neyt, during a visit at his residence in Belgium.
Neyt, apparently (I say this from what then will follow), looked at it without the necessary attention and while he was answering some questions about other objects and sent it away, shaking his head ...
I, convinced that the object was not "good", put it in the department "unauthentic" of my collection and thought no more about it. I was even to give it away for a birthday ...
This year Neyt has returned the visit and came to Parma for a week to see the pieces of the museum. In a break he did me the honor of asking me to visit my little private collection, and because of this of course I was filled with joy. Many compliments for a collection "well done", but that's another story ... The point I am telling here is that, among some articles stored in bulk (the department above) Neyt noted the small pendant Luba and praised it.
"But it's what I showed you last year and you told me that was not authentic!" - I immediately said.
"I never said this - was his response -" and among other things I do not remember having ever seen it... this is a good piece!"
Moral satisfaction, the object is returned in the window of pieces of quality, knowing that when you ask something you should always be very aware of the answer!

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